Facciamo luce su una delle più frequenti domande di chi intende partecipare ad un’asta immobiliare, ovvero quali e quante siano le spese di procedura che resteranno a carico dell’aggiudicatario dell’immobile. Conoscere in anticipo questo dato è di fondamentale importanza se si vuole redigere un conto economico il più possibile preciso e che non riserverà sorprese.
A prescindere dal versamento del fondo spese che viene solitamente richiesto dal Delegato all’aggiudicatario (e che viene poi restituito nella parte eccedente il dovuto), le spese che restano a carico dell’aggiudicatario sono solamente le seguenti:
- Il 50% del compenso del Delegato per la sola fase del trasferimento della proprietà. Tale importo dipende dal valore del prezzo di acquisto, in quanto esistono scaglioni specifici per ogni valore. A tale importo andranno sommate le spese generali e le spese effettivamente sostenute per l’esecuzione delle formalità di registrazione, trascrizione e voltura catastale (solitamente si tratta di importi modesti, da quantificare caso per caso).
- Le imposte ipotecaria, catastale e di registro. Queste imposte devono essere corrisposte dall’aggiudicatario (come se fosse un acquirente sul libero mercato) e, mentre le prime due scontano un importo di euro 50,00 ciascuna, la terza va parametrata su due elementi: il prezzo di acquisto o il cosiddetto “prezzo valore”. In caso di acquisto di un immobile all’asta da parte di un privato nel caso di un debitore esecutato privato, infatti, è possibile scegliere se applicare la percentuale del 2% o del 9% sul prezzo di acquisto oppure sulla rendita catastale opportunamente rivalutata. Occorrerà valutare caso per caso la convenienza economica di uno o dell’altro criterio.
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